La Sicilia è storia, è tradizione, è memoria.
Se potessimo fare un viaggio indietro nel tempo riusciremmo a ritrovare cose dimenticate, oggetti che sono andati persi negli anni. Un esempio? U cannisciu.
Un tesoro dal passato
“Ti sembrerà assurdo, ma ho scavato nei miei ricordi e ho trovato il mio pensiero felice“
Si tratta di una frase iconica del film Hook – Capitan Uncino e ritrae ciò che di buono lasciamo indietro e che spesso dimentichiamo.
Già, perché la nostra terra, e soprattutto il nostro paese, è un tesoro vivente di oggetti particolarissimi e antichi.
Siamo alla ricerca continua della nostra storia perché è ciò che ci identifica. Chi siamo lo dobbiamo, soprattutto, a chi erano i nostri predecessori e a ciò che facevano.
Oggi vogliamo parlare del cannisciu, il nome che in dialetto siciliano si dava a una larga cesta di vimini, che veniva lavorato a mano ed usato per trasportare cibo, specialmente uova, pane o frutta, o per conservare denaro.
U cannisciu – le origini e la storia
In realtà le origini sono molto più antiche e devono essere fatte risalire al tempo in cui la lavorazione di vimini era, a tutti gli effetti, un lavoro e faceva parte dei doveri della giornata.
Il vimine è un ramo estremamente resistente e flessibile e veniva lavorato dopo una lunga macerazione in acqua.
La linea del tempo conserva tracce. Noi le possiamo notare guardando la trasformazione dell’utilizzo del cannisciu durante i secoli.
I popoli antichi lo utilizzavano come recipiente per semi e grano; i Greci e i Romani gli riponevano le offerte per gli dei; i nostri nonni lo usavano per conservare il pane o la frutta.
Oggi viene usato come oggetto decorativo, spesso usato nelle festività di Natale o di Pasqua per confezionare cibo da regalare.
Tra arte e cultura
Ci sembra di vederle le mani nodose, lavorare accuratamente i rametti di vimini davanti ad un camino acceso, intrecciarli tra loro e far nascere un cesto.
Allora rappresentava una cultura, oggi ne ripercorre soltanto i contorni. Un’antica forma d’arte che è riuscita a sopravvivere nel tempo.
Viaggiamo veloci, molto di più dei nostri ricordi, e c’è da chiedersi se ci stiamo perdendo qualcosa.
La Sicilia è molto di più di ciò che può essere visto a primo impatto, è complicato descriverla, ma c’è una frase di Leonardo Sciascia che forse può darne l’idea:
Incredibile è l’Italia: e bisogna andare in Sicilia per constatare quanto è incredibile l’Italia.
Paolo Manetta
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