In Sicilia, prima del sistema metrico internazionale, venivano usati diversi mezzi per le misurazioni. Uno di questi era il sistema metrico siciliano, andato in disuso dopo l’unità d’Italia: un esempio è “u tumminu“.
Il suo uso era merceologico, cioè legato al prodotto di riferimento e utile per quantificare cereali come frumento, fave, avena, ceci, lenticchie, orzo ma anche mandorle, nocciole e noci.
Proprio perché dipendeva dal prodotto di riferimento, u tumminu variava il suo valore, di volta in volta. Ad esempio, sappiamo che un tomolo di frumento corrispondeva a sedici chili.
Non vi sono, comunque, dati specifici dato che non era un’unità di misura ufficiale ma veniva tramandata da persona a persona.
In ogni caso, non veniva usato solo per quantificare grano e frutta secca.
Il tomolo misurava, anche, superficie agrarie, la capacità degli aridi e dei liquidi.
Cos’era u tumminu?
Per misurare veniva usato un cilindro, chiuso alla base. Una specie di secchio in legno, rivestito da assi orizzontali (un pò come nelle botti di vino) e rinforzato da strisce a cerchio di lamiera.
All’interno vi era un altro cilindro di zinco, poco più piccolo, usato come rivestimento igienico tra il cibo e il legno.
Se consideriamo la superficie agraria, un tumminu rappresentava la sedicesima parte della sarma (italianizzato in salma), l’unità di misura più grande.
Per il vino, dato che veniva misurato in litri, si usava, invece, la quartara che rappresentava il peso di otto litri.
La robusta consistenza dell’oggetto faceva si che, capovolgendosi, diventasse un gradino per i bambini in modo che, salendoci di sopra, sembrassero più alti e imponenti.
Da qui deriva il detto: “salire sul moggio” usato per indicare una persona che si sforza di dimostrare un’altezza, uno spessore morale, che non ha.
Le varie unità di misura
Il tumulo venne creato per valorizzare il baratto. Molti, infatti, pagavano la merce in cambio di frumento che veniva pesato e dato un valore.
Volendo semplificare le cose, si può fare una scaletta in modo da comprendere meglio le varie unità di misura e il loro corrispettivo valore in kili.
Al di sopra di tutto vi era la salma, equivalente a 16 tomoli (circa 256 kg). Poi vi era la bisaccia (visazza in dialetto siciliano)ed equivaleva a 4 tomoli (circa 64 kg).
Abbiamo poi u cantaru con una capacità di circa 80 kg mentre più sotto si trova u tumminu che equivaleva a circa 16 kg.
Operazioni difficili, specialmente per chi non era avvezzo alla vita nei campi.
Voi, ad esempio, sapreste identificare a quanto corrisponde il vostro terreno secondo l’antica unità di misura siciliana?
Scrivetelo nei commenti!
Paolo Manetta