Ci troviamo ancora una volta in Sicilia, nelle campagne dei nostri nonni. Uno utensile che solitamente veniva portato da casa era la lancedda, un vaso in terracotta usato per avere acqua a disposizione durante la giornata.
Qualche mese fa abbiamo parlato del “bummulu malandrino”. Se vi ricordate, si trattava di un vaso in terracotta, fatto per contenere vino o acqua.
La lancedda è un oggetto molto simile e risale, più o meno, allo stesso periodo storico.
Una storia da conoscere
La dominazione greco-romana ha influenzato enormemente la cultura e le tradizioni della Sicilia.
I greci, soprattutto, iniziarono a utilizzare la lancedda per trasportare liquidi come acqua, olio o vino. Il materiale utilizzato, la terracotta, è un naturale isolante termico e manteneva, in questo modo, la freschezza delle bevande.
La ceramica (dal greco kèramos, cioè “terra da vasaio”) era, ed è ancora, un materiale con cui venivano realizzati molti oggetti, funzionali o decorativi, le cui proprietà di isolamento termico la rendeva adatta a costruire delle ottime celle frigorifere naturali.
Successivamente, quest’arte venne tramandata alla Sicilia e ne divenne un oggetto tipico del luogo.
La lancedda e i suoi usi
La lancedda ha due manici situati vicino alla bocca del vaso. Una volta riempita, veniva posta sopra il mulo per essere trasportata fino alla campagna.
Aveva, poi, un tappo in sughero per non far contaminare il liquido dai patogeni esterni e per non far passare i raggi del sole al suo interno.
Durante tutta la giornata, la lancedda manteneva l’acqua fresca e dava sostentamento ai contadini mentre zappavano la terra sotto il sole cocente.
Ma non serviva solo a questo.
Spesso serviva, anche, come fonte di acqua nelle proprie case. Le anziane (ma anche le donne più giovani) ponevano il vaso sopra la loro testa e raggiungevano la fontana più vicino.
Una volta arrivate nel luogo, calavano l’orcio giù per la sorgente e lo riempivano di acqua. Il ritorno a casa era faticoso ma era un impegno indispensabile da compiere.
La lancedda: ieri e oggi
Con il passare del tempo, l’anfora ha perso la sua utilità e oggi viene usata, principalmente, come oggetto decorativo.
Collocata, il più delle volte, nelle cucine siciliane, la lancedda ricorda le tradizioni e gli usi di un tempo. Purtroppo, come molti altri oggetti antichi, la creazione di oggetti più moderni ha cancellato l’utilità di quelli più vecchi.
Ma nulla è perduto. La Sicilia rimane lì, nascosta nelle cantine delle case, nei ripostigli, nelle soffitte e basta rispolverare qualche angolo per ritrovare le tradizioni che, anni fa, rendevano la nostra isola terra di orgoglio e cultura.
Paolo Manetta
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