La cuccìa e le cudduredde di San Biagio fanno parte delle tradizioni culinarie che in Sicilia, come in tutta Italia, accompagnano le festività religiose.
In Sicilia la cuccìa (mi raccomando, con l’accento sulla i come simpatìa) è un piatto devozionale tipico siciliano. Si cucina in occasione della festa di Santa Lucia, il 13 dicembre, ma è anche protagonista di un’altra ricorrenza religiosa: la festa di San Biagio, che cade il 3 febbraio.
La festa di San Biagio
San Biagio viene invocato se si hanno problemi alla gola: salvò infatti dal soffocamento un bambino a cui si era incastrata una lisca in gola.
Il santo armeno è uno dei quattordici Santi ausiliatori della Chiesa Cattolica; il 3 di febbraio i devoti si recano in chiesa per la benedizione con le candele incrociate e per invocarne la protezione.
Come dappertutto in Sicilia, e nell’Italia intera, alle cerimonie religiose si affiancano le tradizioni gastronomiche. Per la festa di San Biagio si prepara nuovamente la cuccìa e si impastano le cudduredde. La prima in ricordo dei raccolti che il Santo aveva salvato dall’invasione delle cavallette nel XVI Secolo, le seconde, piccoli anelli di pasta di pane azzimo, perché simbolizzano la gola.
La cuccìa e le cudduredde
L’impasto delle cudduredde è realizzato solo con acqua, farina e sale. Potrebbero sembrare poco appetibili, ma in realtà sono buonissime, anche se adatte solo a persone dalla dentatura robusta. Il sacerdote le benedice prima di distribuirle ai fedeli. Un tempo, quelle che avanzavano dovevano essere appese dietro la porta o a una parete perché potessero continuare a proteggere gli abitanti della casa.

La cuccìa si presta invece a molte varianti, dalla più semplice, con solo zucchero, alle golose variazioni con la ricotta, il cacao, il cioccolato, i canditi, la cannella, la crema di latte, la scorza grattugiata di arance o limoni, il vino cotto, il miele. Qualunque combinazione la fantasia e il gusto personale vi suggerisce troverà nella cuccìa un ingrediente molto versatile.
Per la cuccìa si usa un grano tenero, le varietà migliori sono la maiorca e la casedda, due grani antichi siciliani. Dev’essere prima tenuto a bagno per tre giorni in acqua tiepida, cambiandola mattina e sera, e poi cotto semplicemente in acqua per un paio d’ore; se si asciuga se ne aggiunge un altro po’. Per accelerare i tempi, usate la pentola a pressione: in questo modo il tempo di cottura si ridurrà a 45/50 minuti.
Il risultato finale sarà una cuccìa dai chicchi gonfi, ben cotti e di colore chiaro, pronta per i vostri esperimenti culinari.
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